La ricetta nasce sulla falsariga della pasta “fatta in casa”, con farina, uova, sale, a cui si aggiunge il ripieno, un tempo preparato con gli avanzi di carne del pasto precedente.
Nei plin di Michelis, come recita la ricetta antica, si trovano essenzialmente arrosto e verdure, ben miscelate con alcune erbe aromatiche che ne esaltano il sapore.
Per la fonduta occorrono il formaggio Raschera d’alpeggio DOP, latte, panna, farina e porri di Cervere. Sciogliere il formaggio a bagnomaria e quando è ormai cremoso aggiungere il latte e la panna, avendo l’accortezza di eliminare gli eventuali grumi.
Dosare lentamente la farina per addensare il composto a piacimento.
Pulire i porri, tagliarli a rondelle e scottarli fino a che non diventano croccanti. Trasferire la fonduta in una padella, scolare i plin e farli saltare nella crema di Raschera.
Impiattare e decorare con le rondelle di porri.

Dove gustare la ricetta di Daniele Gastaldi e Omar Cumerlato Melter

Daniele Gastaldi e Omar Cumerlato Melter

Daniele Gastaldi e Omar Cumerlato Melter

La brigade che si muove dietro la cucina a vista de Il Ristorantino di Mondovì è composta da due giovani: Daniele Gastaldi (cuneese, 32 anni, Executive Chef dopo un’esperienza decennale presso vari ristoranti, tra le Langhe e il monregalese) e Omar Cumerlato Melter (veneto, 27 anni, Sous Chef dopo un’esperienza nell’area veneta di più di 6 anni). Hanno entrambi una formazione scolastica alberghiera e lavorano all’interno de Il Ristorantino; Daniele da più di sette anni e Omar da quattro. Daniele è il regista: studia il menù e ne cura ogni dettaglio, dagli antipasti al dolce, con un occhio di riguardo per i primi piatti. Chiunque varchi la soglia de Il Ristorantino sceglie di assaggiare la pasta artigianale Michelis; la missione di Daniele è quella di esaltarne il sapore, senza mai diventare invadente. Daniele seleziona e controlla gli ingredienti e le materie prime dei suoi piatti ogni giorno. Omar, più giovane, ha il compito di appoggiare il collega nella realizzazione del menù; durante il servizio si occupa principalmente degli antipasti e dei dolci, dalla ricezione della comanda fino all’impiattamento.

Il commento

Il classico pizzicotto, plin o pëssià, che dà forma agli agnolotti di Langa, sintetizza tout court il piatto: i plin. Il riflesso dell’indole della gente, laboriosa e pratica: con poco fare un capolavoro di manualità, rigore, sobrietà di ingredienti. “Bon fa bon”, buono fa buono, sostengono da queste parti. Una ricetta della festa ripresa in tempi relativamente recenti, già diffusa nei paesi dell’alta Langa, oggi patrimonio comune in ristoranti e produzioni artigianali di qualità. Un designer naturale, una rinnovata interpretazione di sapienze antiche. Daniele e Omar, ai fornelli, giocano il ripieno di arrosto e verdure di stagione, dalle biete al cavolo, agli spinaci, con il ricco condimento di formaggio d’alpeggio e porri. Un agire di squadra: eccellenze della montagna e della pianura cuneese si armonizzano in perfetti equilibri. A fare grande la fonduta ci pensa la Raschera DOP, sempre nominata al femminile, giustamente sapida nelle forme stagionate in quota. Un formaggio di latte vaccino, dai sentori d’erbe, a pasta morbida ed elastica che si stempera bene nei porri vigorosi e aromatici della vicina Cervere, i più pregiati, alti e teneri, di un verde brillante nella parte terminale non soggetta all’imbiancamento. Un matrimonio di sapori, testimone di territorio e di buona tavola.

Vino in abbinamento

Barbaresco