creatori di eccellenza
Pasta e fagioli. Mezzi paccheri, biete e fagioli rossi di Boves

La pasta e fagioli, piatto tipico italiano di cui esistono diverse varianti regionali, richiede prevalentemente formati di pasta corta. Nella ricetta del ristorante Nazionale si usano i paccheri, per la realizzazione dei quali viene utilizzata semola macinata, farina Senatore Cappelli e acqua.
Per la crema si utilizzano fagioli rossi di Boves, carota, cipolla, sedano, cavolo nero, fagioli neri cotti, concentrato di pomodoro condito con olio e sale e pepe nero.
In una pentola a pressione far cuocere i fagioli rossi con gli aromi coprendo di abbondante acqua e salando leggermente.
Cuocere per circa un’ora e mezza, poi frullare, aggiustando il sapore con olio d’oliva e sale.
Cuocere i paccheri e farli saltare con il cavolo nero ed i fagioli neri precedentemente scaldati in acqua bollente per 1 minuto.
Farcire i paccheri con il cavolo nero, impiattare al centro di una fondina con i fagioli e il concentrato di pomodoro, finire il piatto servendo la crema di fagioli da una caraffa davanti al commensale.
Fabio Ingallinera
Fabio Ingallinera rappresenta un ottimo esempio di quanto la “contaminazione” culturale possa essere virtuosa anche in campo gastronomico. Siciliano di origine, ha coltivato fin da giovanissimo il suo interesse per l’artigianalità nel “fare cucina”. Tante le sue esperienze formative in Italia e all’estero, due i suoi incontri determinanti per la sua carriera di “cuoco”. Il primo con Ciccio Sultano del ristorante Duomo di Ragusa Ibla 2* Michelin. Un’esperienza che cambierà radicalmente il suo approccio con la materia prima, correlata alla valorizzazione di ogni territorio, con la sua storia e cultura. Il secondo con Christian Macario del ristorante “Nazionale” di Vernante, arriva dopo una tappa nella scuola di Gualtiero Marchesi e un’esperienza nel ristorante stellato “Antica Corona Reale” di Cervere. Da questo contatto parte una svolta per la sua vita professionale e personale: si stabilisce in provincia di Cuneo e dà seguito al lavoro iniziato da Maurizio Macario nella valorizzazione del territorio occitano all’insegna di sempre più elevati standard qualitativi.