Gli gnocchi vengono preparati con patate dell’Alta Langa, farina tipo 00, uova, burro ammorbidito, Parmigiano Reggiano grattugiato, sale e noce moscata.
Per il ripieno sono necessarie uova di quaglia, burro fresco e brodo vegetale.
Sbattere le uova di quaglia tenendo insieme il tuorlo e l’albume, amalgamarle bene fino ad ottenere un composto liscio. Colare il composto in stampi a semisfera in silicone alimentare del diametro di circa 15 mm, abbattere di temperatura, sformare e conservare in freezer in un contenitore chiuso. Far bollire le patate, pelarle e passarle allo schiacciapatate, formare una fontana dove mettere le uova e il resto degli ingredienti. Amalgamare il tutto ottenendo un impasto liscio.
Formare dei salami di pasta abbastanza grandi rispetto ai classici gnocchi e tagliarli ad una dimensione leggermente inferiore rispetto ad una pallina da ping pong. Prendere un pezzo di impasto, premere all’interno con il pollice in modo da ottenere un incavo, posizionare all’interno una semi sfera di uovo congelato, chiudere velocemente lo gnocco cercando di rendere uniforme la pallina, sistemarlo su di una placca e abbattere immediatamente in temperatura negativa. Al momento del servizio immergere gli gnocchi direttamente da congelati al bollitore, cuocerli a fiamma moderata, quando verranno a galla attendere un minuto e scolarli.
Passarli in padella dove in precedenza è stata preparata la salsina con il burro e il brodo. Servire in un piatto fondo, generalmente 4/5 gnocchi a porzione.

Dove gustare la ricetta di Manolo e Rossano Allochis

Manolo e Rossano  Allochis

Manolo e Rossano Allochis

Manolo e Rossano Allochis, cuoco e responsabile di sala, sono due fratelli con un’unica passione: la ristorazione. Forti di una solida esperienza, maturata sia in Italia che all’estero, hanno scelto questa collina dei Ravinali, a Roddi, per fermarsi e mettere in pratica le loro competenze. Classe 1976 Rossano e 1978 Manolo, hanno frequentato entrambi la Scuola Alberghiera di Pinerolo, poi le loro strade si sono divise. Manolo affina le sue competenze in cucina trasferendosi all’estero, a Lione, al Leon de Lion, poi tornato in Italia, frequenta uno stage al ristorante enoteca Pinchiorri di Firenze, quindi prosegue la sua carriera all’Hotel Miramonti di Cogne, all’Hotel Capo Sud dell’isola d’Elba e a La Ciau del Tornavento di Treiso. Rossano approfondisce la sua formazione al Ristorante La Prua di Alassio, al Grand Hotel Villa d’Este di Cernobbio, al Grand Hotel Gleneagles in Scozia, attraversa l’oceano e arriva a EPCOT Center Walt Disney World in Orlando, poi si sposta alle Canarie a Fuerteventura e quindi su uno Yacht privato a Monte Carlo. I due fratelli si riuniscono nel 2005 ed insieme iniziano la loro avventura a “Il Vigneto” di Roddi.

Il commento

Partire dalla migliore tradizione piemontese, personalizzata e rivisitata dallo chef Manolo, per arrivare a un capolavoro. L’appassionata sperimentazione di nuove vie, di alta professionalità e di tecnologia avanzata, si accompagna a materie prime certificate perché è fondamentale conoscere il cibo servito nel piatto. Sulla spianatoia patate dell’Alta Langa dalle pregiate credenziali, compatte nella polpa e di sapore intenso, lessate e sbucciate caldissime; a seguire la magia dell’impasto con farina e tuorli, un profumo di noce moscata, che presto si trasforma in gnocchi. Gesti rapidi e misurati. Protagonista è la terra che ha dato questi frutti. “La terra è santa” dicevano i montanari, per dire che da lì arriva l’unica ricchezza. Un piatto che unisce il minimalismo dell’uovo di quaglia, versatile e ricercato, a un designer perfetto: uno gnocco leggermente più grande, di forma perfettamente tonda. Un tris vincente: gusto, sostanza, scenografia di presentazione. Equilibrato il condimento a base di burro e brodo vegetale. All’interno la sorpresa, un piccolo scrigno gastronomico di consistenza fantastica, al pieno delle ricche proprietà nutrizionali. Un tesoro nascosto, cremoso e delicato all’assaggio. Il cucchiaio vi affonda goloso, una sfida da 110 e lode.

Vino in abbinamento

Nebbiolo d’Alba