Il lago Nero è una perla nascosta tra le pieghe del contrafforte nord di Rocca la Meja, una rocca dolomitica verticale ritenuta non a caso una delle montagne più belle delle Alpi cuneesi. Un anello particolarmente piacevole per l’ambiente appartato e lo straordinario panorama che offre. Da non perdere la vista del Monviso che si riflette nello specchio d’acqua.
Tornare qualche decina di metri verso valle e oltrepassare il ponticello in legno che supera il rio. Svoltare a destra (sud) nel bosco di larici. Poco più avanti la carrareccia sale con comodi tornanti sotto le pendici del monte Bert e segue un lungo traverso che conduce alla panoramica grangia Culausa (1.932 m).
La strada termina qui, ma a monte della grangia si imbocca il sentiero che dopo una breve radura si infila in un bosco di larici. Salendo è possibile osservare nella gola a destra una bella cascata tra le rocce che proviene dal rio della Margherina.
Raggiunto il bivio per il lago Nero (2.030 m, palina) svoltare a sinistra e salire con decisione tra rododendri superando alcuni ruderi. All’indietro è possibile contemplare il verdissimo altipiano della Gardetta e l’imponente monte Cassorso (2.776 m).
Proseguendo si raggiunge il punto più alto dell’itinerario, un verde colletto senza nome (2.292 m) dove si trova un minuscolo e suggestivo specchio d’acqua.
Non rimane che scendere dolcemente in direzione del lago Nero (2.246 m), dall’intenso colore verde, adagiato in una splendida conca poco più in basso.
Il lago è contornato da sponde erbose, larici e pietraie. Il posto è veramente incantevole e perfetto per una pausa rilassante.
Per il ritorno occorre portarsi dalla parte dell’emissario dove si ritrova il sentiero che risale per alcuni metri la riva nord verso un piccolo pianoro tra i larici. Superare alcune balze ai piedi del monte Bert raggiungendo più in basso la scenografica grangia Chiacarloso (2.080 m). Scendere lungo la carrozzabile che porta all’alpeggio e dopo seicento metri ricongiungersi con la sterrata principale che torna dal più lungo giro di Rocca la Meja. Non rimane che svoltare a sinistra e percorrerla verso valle con pazienza (circa un’ora di percorso) toccando in discesa, dopo qualche chilometro, la grangia Colombero sottano (1.698 m).
Passato il ponte sul rio della Valletta un lungo traverso alle pendici del monte Baret riporta alla grangia Selvest e infine al parcheggio, dove si chiude questo incantevole anello, adatto anche alle famiglie con bambini.
Durante l’anello è possibile, con una deviazione di una decina di minuti, raggiungere l’altare e la lapide eretti sul luogo in cui il 30 gennaio 1937 perirono sotto una valanga ventitré Alpini della Brigata Dronero. In quei giorni d’inverno era scesa una grande quantità di neve. Nonostante gli abitanti del Preit avessero vivamente sconsigliato agli Alpini di avventurarsi da quelle parti, il Capitano Trevisan, vero responsabile della tragedia, non solo non volle tenere conto degli avvertimenti, ma ebbe anche il coraggio di dire: “cosa volete che sappia questa gente: sono solo rozzi montanari”. Così ventitré giovani Alpini, dovendo obbedire agli ordini del loro Capitano, perirono miseramente.

Dati tecnici

  • Ascesa: 710 m
  • Lunghezza: 11.2 km
  • Altitudine punto di partenza: 1663 m
  • Altitudine massima: 2292 m
  • Difficoltà: Media Difficoltà
  • Accesso in auto: Imboccare la strada della valle Maira. Superare diversi paesi tra cui Cartignano, San Damiano e Macra. All’altezza di Ponte Marmora svoltare a sinistra per Marmora. Prima di giungervi girare a destra per Canosio dopo il quale il fondo stradale peggiora notevolmente. Superare ancora Preit e seguire la strada asfaltata che continua verso il colle del Preit. Parcheggiare l’auto nell’ampio parcheggio appena oltre grange Selvest, dove d’estate un semaforo regola l’accesso alla strada che prosegue verso il colle del Preit.
  • Comuni: Canosio

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